

Marcelle Padovani intervista Giovanni Falcone
L’ articolo che segue viene tratto da un’intervista realizzata dalla nota giornalista francese che si occupa della vita politica Italiana MARCELLE PADOVANI al magistrato GIOVANNI FALCONE.
L’incontro avvenne in un clima abbastanza scherzoso, infatti la stessa giornalista definisce quest’intervista’ ” la testimonianza” che dimostra il magistrato Giovanni Falcone semplicemente un servitore dello Stato in “Terra infidelium”. Si tratta dunque piuttosto di un momento di riflessione non una lezione .Nonostante il distacco da una vita “normale” ,adesso si trattava di una vita alternata tra auto blindate, dalle lunghe notti a leggere e rileggere le deposizioni dei pentiti dietro le pesanti tende di una stanza superprotetta,non si atteggia da eroe. E solo un’uomo. Nella stessa intervista il magistrato fece un’osservazione 《 Dopo anni di duro lavoro le cose cambieranno. Abbiamo poco tempo per sfruttare le conosce acquisite Dopodiché, tutto sarà dimenticato, di nuovo scendera’ la nebbia. Perché le informazioni invecchiano e i metodi di lotta devono essere continuamente aggiornati.》 ripeté instancabilmente Falcone. L’intera intervista ruoto’ intorno a Cosa Nostra ai suoi protagonisti di allora, il clima nel capoluogo siciliano era diverso, dove il bene e il male si esprimevano in modo ugualmente eccessivo, si respirava un senso di stanchezza , il suo forte desiderio di ritornare alla normalità. Dopo tutti questi anni di distanza dalla sua morte il pensiero quest’oggi torna a quell’uomo che pur sapendo della sua morte imminente non fece un passo indietro. Falcone aveva sempre risposto con serenità:《 Il pensiero della morte mi accompagna ovunque . Ma, come dece Montaigne, diventa presto una seconda natura. Certo, si sta sul chi vive, si calcola, si osserva, ci si organizza, si evitano le abitudini ripetitive. Ma si acquista anche una buona dose di fatalismo, in fondo si muore per tanti motivi》. I giornalisti di quegli anni di passaggio a Palermo avevano più volte cercato di capire come viveva. Era solo un’uomo come tanti, la sua vera forza stava nel rispettare il proprio Credo nella giustizia. In fondo, l’ironia sulla morte fa parte del retaggio culturale Siciliano. Leonardo Sciascia ne era maestro.
“L’intera Sicilia è una dimensione fantastica. Come si fa a viverci senza immaginazione?”
L.Sciascia
Una mia riflessione personale “L’eredità del giudice Falcone non deve essere cancellata, il suo ricordo va mantenuto sempre vivo solo così non sarà morto invano.”