Il Futurismo fu un movimento letterario, artistico e politico fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti, che, attraverso una serie di “Manifesti” e di clamorose polemiche propugnò un’arte e un costume che avrebbero dovuto informarsi al dinamismo della vita moderna e della civiltà meccanica, facendo piazza pulita del passato e di ogni forma espressiva tradizionale e proiettandosi verso il futuro, nel trionfo degli istinti e della volontà di potenza individuale e nazionale. Il primo ” Manifesto” del Marinetti, venne pubblicato in francese sul Figaro del 20 febbraio 1909,contiene le linee essenziali del movimento futurista. Scriveva il Marinetti: ” Non n’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro” quindi, parole in libertà, abolizione della sintassi e della punteggiatura sono i postulati tecnici del futurismo, sorto in reazione alla letteratura dell’800 e all’estetismo D’Annunziano. L’importanza storica del futurismo va cercato proprio nel suo attivismo e dinamismo pratico. I futuristi insorgevano contro il sentimentalismo, la vita borghese e piatta in nome di una nuova civiltà dinamica.
“Nordica miscela d’acqua anice cielo mare,
Trapani ingabbiato di gru metalliche galleggianti e torbide scritture
di pioggia grafomane in necrologie
L’innocenza di quel sale bianco nello schifazzo
sotto la vela tesa e sporca di vita vissuta, va
Freddi astratti mulini delle saline
Tetti di tegole accovacciate sul sale virginale
per difenderne la pura amarezza dal peccato dolcissimo
Su quali pesci morti ruotano gli alti gabbiani
partoriti dal ciclo tetro sopra un mare di bile?
Lontanissime vele ferme sintesi d’ogni nostalgia titubante
Ma divampano le fascie rivoluzionarie rosse dei piroscafi in lutto
Rugginosi gabbani di marinai curvi confessano la draga mastodontica
che estrae dal ventre spaccato rotolanti intestini di rimorsi fangosi
fuor dai bronzei abissi del porto Cragliiing-gliiing gloong-gloong
tan-ian tlung-tlung
Sulla strada del porto gli avvisi colorati impongono:
PREFERITE IL LIQUORE SAN GIULIANO
Domani sorseggerò la lunga sagoma pulita di Trapani bevuta dall’alto (800 m.)
LA DUCALE PROFUMI DI LUSSO DAVANT Parigi
ventagli pelliccerie delle belle siciliane
Tra le braccia mani aperte del porto entra il postale nero piroscafetto
giocattolo con la ciminiera nera fasciata dall’unico azzurro superstite
e relativa stella bianca Nel centro due canotti sproporzionati sospesi su tutti i naufragi
a poppa si sporge l’angolo retto del marinaio che tende il cordone ombelicale alla banchina madre
Le barche sbarcano viaggiatori ritti parapioggia liquidati acqua sopra sotto
Garibaldi di marmo sorveglia la simultaneità del porto
Le palme piangono e chiamano il sole La draga scava il passato
Cragliiing-gliiing gloong-gloong tan-tan tlung-tlung
Ma la draga accelerando arrotando i suoi rumori diventa subita-
mente un trapano trapano di Trapani trrrapano coloniale nell’Africa vicina”
-Il porto di Trapani invernale-
Parole in libertà lette da Filippo Tommaso Marinetti
Al Teatro Garibaldi il 23 Marzo 1928 Anno VI.